Oggi vi porto a visitare Konotop, in Ucraina. Vi ho già raccontato le mie impressioni su Kiev, ma oggi vi vorrei parlare della seconda parte del nostro viaggio pasquale, che oltre alle visite più turistiche, prevedeva di andare a trovare due nostri cari amici ucraini.
I nostri amici ucraini
Uno è Andreij, ha 23 anni e da piccolo è stato nostro ospite per un mese ogni estate per quasi 10 anni, tramite l’associazione Il Ponte Mict (per maggiori informazioni visitate il loro sito: www.ilpontemict.it). Dopo i 18 anni diventa più difficile ottenere i permessi per uscire dall’Ucraina, quindi non ci eravamo più visti per un lungo periodo e avevamo anche difficoltà a sentirci in quanto non parla molto l’italiano e noi parliamo ancora meno l’ucraino. Oggi vive a Kiev, lavora e siamo riusciti a ritrovarlo direttamente all’indirizzo di casa! Con le nuove tecnologie sarà senz’altro più facile rimanere in contatto.
Il secondo è Zhenia, ha 12 anni e da qualche anno è ospite dei miei genitori per un mese in estate e per un mese in occasione delle vacanze di Natale. Siamo andati a trovarlo a Konotop e abbiamo conosciuto anche la sua mamma e avuto la possibilità di visitare il collegio dove studia. Il collegio collabora con un’altra associazione italiana, che si chiama ABC (Amici Bambini Chernobyl) e che potete conoscere meglio qui: abcamicibambinichernobyl.it.
Il viaggio: itinerario da Kiev a Konotop
Per andare da Kiev a Konotop abbiamo affrontato un roadtrip di circa 250 chilometri (vedi qui Google maps), su due Passat datate, lungo strade dissestate in cui bisogna essere bravi a schivare le buche. Abbiamo percorso la distanza che separa le due città in tre ore abbondanti, senza dimenticare la pausa caffè! E qui c’è una curiosità, o almeno io proprio non me l’aspettavo che in Ucraina si trovassero degli ottimi caffè d’asporto 🙂 . E invece in quasi tutti i chioschi dove ci siamo fermati il caffè era buono.
Lungo la strada vedrete tanti campi – non per niente l’Ucraina era soprannominata il granaio d’Europa – e poche case, raccolte a gruppi di 10-20 abitazioni. Inoltre, aguzzando la vista, scorgerete sopra i tralicci i nidi delle cicogne!
Una volta usciti dalla periferia di Kiev, il primo pensiero è stato “speriamo che la macchina non abbia problemi proprio qui, spersi nel nulla!”.
Ma dopo aver visto le altre auto, abbiamo realizzato che ad avere la Passat eravamo pure messi bene! Questo non vale invece per Kiev, dove è alta la concentrazione di auto di lusso.
L’arrivo a Konotop
E infatti siamo arrivati a Konotop nei tempi previsti e l’accoglienza è stata calorosa: in hotel sono stati gentilissimi, ci hanno preparato pranzo e cena a base di prodotti tipici ed era tutto squisito. Devo ammettere che una delle mie preoccupazioni quando viaggio è di non trovare gli stessi standard di pulizia di casa, invece l’hotel era davvero ospitale, con asciugamani morbidi e lenzuola profumate (del tipo: molto meglio di un hotel medio milanese 😉 ).
Se qualcuno si sta chiedendo come abbiamo fatto a orientarci nella campagne ucraine, a leggere i cartelli in cirillico e arrivare giusto in centro davanti all’hotel, risolvo subito i vostri dubbi: con noi c’era Misha, la nostra mitica guida, e grazie a lui è stato tutto più facile! Per esempio inizialmente pensavamo di spostarci in treno, ma una volta in Ucraina abbiamo scoperto che i treni Kiev – Konotop non sono così frequenti e oltretutto partono in orari assurdi, tipo il venerdì notte alle 2.00… così il viaggio si è trasformato.
Cosa fare a Konotop
Come vi avevo anticipato, a Konotop abbiamo incontrato Zhenia, la sua mamma e Ludmila, una dipendente del collegio che accompagna anche i bambini in Italia. Insieme a loro abbiamo avuto la possibilità di visitare la struttura, che si compone di due edifici principali: la scuola, con tanto di aula magna per gli spettacoli e il dormitorio, che comprende anche ambulatori e zone ricreative.
Voglio condividere con voi alcune foto di questi luoghi, perché mi ha davvero commosso l’amore che il direttore in primis, gli educatori e il personale di servizio mettono nel prendersi cura di questi bambini. Le aule e gli spazi comuni sono più belli di quelli di molte scuole italiane e questo sicuramente contribuisce a dare un senso di calore a questi bambini che per quanto possano stare bene qui, passano comunque la maggior parte dell’anno lontani dalle loro famiglie.
Va chiarito che i bambini che stanno qui sono fortunati, i collegi e orfanatrofi in media sono davvero spartani e non lo dico per sentito dire, ma per la testimonianza di mio padre e mia sorella che sono stati a visitarli alcuni anni fa, in un viaggio organizzato dall’associazione ABC, che vi ho presentato sopra. Hanno trovato dei bambini tutti uguali, con i capelli rasati per evitare i pidocchi, e stanze con il pavimento di terra battuta.
Opportunità di volontariato
Se non avevate mai sentito parlare di queste associazioni che supportano l’ospitalità di bambini ucraini in Italia, ma anche aiutano attivamente i collegi e gli orfanatrofi, vi invito caldamente ad andare a visitare i loro siti:
Offrire ospitalità a un bambino è certo una forma di volontariato più impegnativa di una semplice offerta, ma è un’opportunità che ti scalda il cuore e allarga la mente!
Insomma, non mi resta che augurarvi buon viaggio, sperando di avervi fatto venire voglia di esplorare questa terra che non è poi tanto lontana da noi!
Anna
1 comment
[…] Ma tornando ai giorni nostri, a luglio Stefano era parecchio impegnato con il lavoro, quindi io ho organizzato un weekend lungo al lago di Levico con i ragazzi, insieme a mia mamma, che in quel periodo ospitava Zhenia, un ragazzino ucraino che la mia famiglia ospita da qualche anno per un mese in estate e uno in inverno e che ad aprile eravamo andati a trovare in Ucraina: ve ne ho parlato qui. […]