Lo scorso anno, l’Ambasciata del Kazakistan in Italia mi ha invitata a partecipare a un viaggio di una settimana alla scoperta del loro Paese. Partiamo da un’informazione fondamentale: il Kazakistan è grande circa 10 volte l’Italia, quindi – anche se gran parte del territorio è deserto – è impossibile visitarlo tutto in 7 giorni. Però sicuramente se ne può avere un piacevole assaggio!
Soprattutto se si riesce a partire con un volo diretto, come quello che offre Neos Air, che in 7 ore vi porta da Milano Malpensa ad Almaty. Questa è una delle città più importanti del Kazakistan nonché la più popolosa, e si trova nella zona sud-est del Paese, quasi ai confini con la Cina. L’attuale capitale invece è Astana, una città dal centro futuristico, che si trova nel nord del Paese, a circa 1.200 chilometri di distanza. Per questo motivo non è inclusa nel mio itinerario, che pur essendosi concentrato nel sud del Paese, prevedeva due voli interni. Ma partiamo con ordine!
Cosa troverete in questo articolo
Geografia e storia del Kazakistan
Questo Paese dell’Asia centrale non è sicuramente tra le prime mete che vengono in mente per un viaggio. Infatti, il turismo qui è principalmente russo o da altri Paesi dell’Asia centrale. Eppure in passato ha avuto un ruolo importante, grazie alla sua posizione strategica lungo la Via della Seta. Storicamente abitato da popoli nomadi, il Kazakistan fu dominato prima dall’Impero Mongolo di Gengis Khan, poi entrò a far parte dell’Impero Russo e dell’Unione Sovietica in seguito, fino al suo scioglimento nel 1991. Il russo è ancora, insieme al kazako, lingua ufficiale del Paese.
Il termine Kazako deriva dal turco e significa libero, indipendente, vagabondo, riflette quindi l’antica cultura nomade della popolazione. Anche la nuova bandiera, adottata dal 1992 dopo l’indipendenza, parla di libertà: un cielo azzurro fa da sfondo a un’aquila della steppa, simbolo del Paese, che volteggia intorno a un sole raggiante.
La moneta ufficiale è il tenge, un euro vale circa 500 tenge, quindi il cambio è comodo da calcolare. Durante il viaggio ho potuto notare che i pagamenti con carta sono accettati diffusamente, fatto eccetto per negozietti e bancarelle dei bazar. Per questo motivo non ho comprato molti souvenir, ma ho potuto evitare di prelevare 😉
Prima tappa: Almaty e le meraviglie naturali del Kazakistan
Il fuso orario tra l’Italia e Almaty è di 5 ore (che si riducono a 4 quando in Italia entra in vigore l’ora legale). Partendo con l’aereo nel tardo pomeriggio, ho praticamente perso la notte in volo, perché siamo atterrati quando in Italia era ancora mezzanotte, ma ad Almaty erano già le 5 di mattina. I più coraggiosi potrebbero approfittarne per iniziare presto a visitare la città, io mi sono concessa qualche ora di riposo in albergo, prima di partire in esplorazione.
Almaty: visitare la città in un giorno
Una giornata in città è comunque sufficiente per visitare le sue principali attrazioni, a partire dal Museo Centrale di Stato, che può vantare di essere il più grande di tutta l’Asia Centrale. La sezione etnografica è davvero interessante per rendersi conto della moltitudine di etnie che convivono in Kazakistan.
L’itinerario prosegue al Parco Panfilov, dove ben si nota l’influenza dell’architettura sovietica, con l’imponente monumento ai caduti della seconda guerra mondiale. Nel parco, luogo di ritrovo nei weekend per gli abitanti di Almaty, si trova anche la splendida cattedrale dell’Ascensione, chiesa ortodossa interamente costruita in legno. A circa 15 minuti di distanza, imperdibile la tappa al Green Bazar, il più grande e animato mercato della città, dove si vende veramente di tutto.
Verso sera saliamo al parco Kok-tobe in cabinovia: dalla collina su cui è costruito questo luna park si domina la città, ecco perché è un’ottima idea visitarlo all’ora del tramonto. Se, come me, amate i parchi divertimento, prendetevi del tempo anche per provare le sue attrazioni o per una foto in costume tradizionale, come amano fare i kazaki.
Da Almaty al parco nazionale di Charyn
Almaty è il punto di partenza ideale anche per visitare alcune delle più interessanti meraviglie naturali dal Paese. Anche se qualcuno potrebbe dover rivedere il concetto di comodità: il Parco nazionale di Charyn si trova a oltre 200 chilometri dalla città, che corrispondono a quasi tre ore di minivan.
Ma il canyon che mi ha accolto e mi ha lasciato a bocca aperta, ha sicuramente compensato lo sbatti del viaggio! Il canyon si trova ai piedi della catena montuosa del Tian Shan e prende il nome dall’omonimo fiume che lo attraversa. L’erosione nei secoli ha scolpito le rocce che lo circondano, dandogli forme e sfumature spettacolari. Si può visitare a piedi, con un trekking che dal moderno centro visitatori in circa un’ora porta fino al fiume, o in furgone accompagnati dai ranger del parco. Questa naturalmente è la soluzione più comoda per chi ha poco tempo.
Seconda tappa il Black Canyon, più piccolo ma non meno suggestivo, per poi proseguire verso il lago di Kolsaj, caratteristico specchio d’acqua circondato dalle montagne. La nostra visita finisce qui, ma proseguendo si può raggiungere un secondo lago davvero particolare, il lago Kaindy, che ospita una foresta sommersa.
Il mio consiglio è di fermarsi almeno due giorni per godersi a pieno la zona: qui è possibile soggiornare in bungalow ma anche nella yurta, la caratteristica tenda delle popolazioni nomadi. La guida che ci ha accompagnato, Daniel, è specializzata in viaggi naturalistici e quando riusciremo a tornare con tutta la famiglia, faremo sicuramente con lui il tour delle meraviglie naturali. Vi lascio il sito della sua agenzia, che ovviamente è in kazako, ma lui parla inglese, quindi potete contattarlo via email o sui social: asiatour.kz.
Dove mangiare ad Almaty
Il mio viaggio ha interessato una zona circoscritta nel sud del Kazakistan, per questo il cibo che ho trovato era molto simile nelle tre città visitate. Un’esperienza da fare sicuramente è mangiare in un ristorante tradizionale: non solo i piatti sono ottimi, ma troverete anche camerieri vestiti con gli abiti tradizionali e un ambiente curato.
Il ristorante che vi consiglio ad Almaty si chiama Sandyq, fa parte di una catena, quindi lo ritroverete anche nelle altre città. Si trova in pieno centro, a circa 1,5 chilometri dalla cattedrale dell’ascensione. Qui ho imparato che in Kazakistan si usa condividere il pane e anche gli antipasti, inoltre il pasto si accompagna con del té, piuttosto che con acqua. Il ristorante propone piatti tipici della tradizione, come zuppe e secondi di carne accompagnati da verdure. Il menù ha le foto di quasi tutti i piatti, l’ho trovato molto comodo per chi è appena arrivato e ancora non conosce i piatti locali.
Tra i piatti tipici, se ne trovano diversi a base di carne di cavallo, assolutamente normale per me che vengo da una zona d’Italia rinomata proprio per questo tipo di carne, ma che potrebbe stupire chi viene da altre parti d’Italia dove non si usa mangiarlo.
Per assaggiare invece pane, frutta e dolci tradizionali, il posto giusto è il Green bazar, che offre ampia scelta di specialità locali. Proprio accanto si trova anche una fabbrica di cioccolato, che la nostra guida dice essere la migliore di tutto il Kazakistan: per questo motivo sono gli unici a cui il governo ha concesso di stampare la bandiera sulle barrette di cioccolato.
Dove dormire ad Almaty
Ad Almaty ho sperimentato ben due hotel, complice il forte ritardo del volo di rientro, che è stato una seccatura, ma mi ha anche permesso di allungare l’esplorazione della città.
Il DoubleTree by Hilton è stato l’hotel più bello di tutto il viaggio, con camere pulite e accoglienti, una colazione intercontinentale davvero buona e varia, e la piscina, per un gradito relax dopo una giornata in giro a piedi. Meravigliosa anche la vista sulle montagne che fanno da sfondo alla città di Almaty. Unica pecca la posizione leggermente fuori dal centro, che rende necessario muoversi in taxi. Il prezzo attualmente è di 200 euro a notte per due persone in camera doppia.
L’hotel Almaty, invece, si trova in posizione centrale: da qui si possono raggiungere tranquillamente a piedi il centro città e il parco Panfilov. La mia camera era pulita e spaziosa, non mi è piaciuto molto invece il ristorante interno, ma in città si trovano davvero tante soluzioni interessanti per pranzo e cena. Il prezzo in questo periodo è di 130 euro a notte per due persone, colazione compresa.
Seconda tappa: Shymkent, artigianato e tradizioni
Raggiungo la seconda tappa del mio viaggio in Kazakistan in tarda serata, con un volo interno operato da AirAstana che in circa un’ora mi porta a destinazione. Dopo il meritato riposo, la mattina inizia con l’esplorazione della città, che presenta diversi punti d’interesse e mi tiene impegnata tutto il giorno, nonostante il tempo non sia dei migliori.
Cosa vedere a Shymkent: la tradizione
Vengo accolta nella galleria d’arte Altyn Orda, gestita da una famiglia di artisti poliedrici: qui ho potuto vedere come si realizzano tappeti e abiti tradizionali, ma anche ammirato quadri e sculture. Ho indossato un abito tipico kazako e ho potuto apprezzare la qualità del lavoro artigianale: si impiega circa un mese di tempo per cucirne uno al telaio.
Un’altra tappa da non perdere è il sito archeologico di Shym Qala, antica cittadella fortificata che sorgeva lungo la Via della Seta. Si trova in una posizione rialzata rispetto alla nuova città, rappresenta quindi anche un ottimo punto panoramico su Shymkent. I ritrovamenti più antichi risalgono a 2200 anni fa. Oggi di alcuni edifici è rimasta la pianta, che ci permette di coglierne la disposizione originale. Sono presenti anche i resti della fortificazione, ma la cosa più incredibile è che questa cittadella disponeva già di un acquedotto e infatti l’UNESCO ne ha riconosciuto l’importanza culturale.
In tutti i siti archeologici che abbiamo visitato, abbiamo trovato anche la ricostruzione degli ambienti originali. A Shym Qala potrete entrare in una casa del XVI-XVII secolo per scoprire la suddivisione delle stanze che si usava all’epoca e gli arredi tipici.
Cosa vedere a Shymkent: le moschee e la parte moderna
Il Kazakistan è uno stato laico, la religione più diffusa è quella musulmana, seguita dai cristiani ortodossi. Shymkent ospita alcune tra le moschee più grandi di tutto il Kazakistan. La più grande di tutte si trova nella capitale, Astana, mentre a Shymkent si può visitare la seconda moschea più grande del paese, che al suo interno può ospitare fino a 5.000 persone, la moschea di Aqmeshit. Vi lascio il link a Google Maps perché alcuni nomi non vengono tradotti dal cirillico e diventa quindi difficile anche solo trovarli sulla mappa.
Nel periodo del mio viaggio stavano ultimando la costruzione di quella che ormai è diventata la seconda moschea più grande del paese. Di un bianco abbagliante all’esterno, opulenta all’interno, questa moschea è aperta per la preghiera 24 ore su 24, mentre gli orari sono limitati per i turisti, che solitamente possono accedere la mattina. La moschea, che non ha ancora un nome ufficiale, si trova fuori dal centro, in un nuovo quartiere residenziale.
Naturalmente non può mancare una tappa al bazar, la nostra guida ci ha consigliato l’Ortalyq Qyrgy Bazar, il più grande e caratteristico, ma anche più economico secondo lei, aperto tutti i giorni (eccetto il lunedì) dalle 8.00 alle 20.00. Una vera immersione tra colori e profumi tipici!
Curiosità: Shymkent è la patria dei tulipani, si dice infatti che siano nati qui e ancora oggi se ne possono vedere oltre 40 tipi che crescono spontanei. Il periodo ideale per vedere la loro fioritura è fine marzo.
Dove mangiare a Shymkent
Anche in questa città, il mio consiglio va su un ristorante tipico: il Bozjyra. Qui siamo andati a cena accompagnati dai ragazzi dell’ufficio del turismo, che ci hanno fatto provare tantissime cose, dagli antipasti alle bibite. Ho imparato anche qualcosa in più sull’accoglienza kazaka, che prevede che il padrone di casa si sieda vicino alla porta, per lasciare ai suoi ospiti i posti migliori. Anche l’intrattenimento musicale qui è tipico, a fine cena uno dei ragazzi ci ha cantato delle canzoni tradizionali, accompagnate dal suono della dombra. Questo strumento tradizionale era del ristorante, che lo mette a disposizione dei propri ospiti.
Della convivialità fa parte anche la pazienza: nonostante il ristorante non fosse molto affollato, alcuni cibi hanno una cottura lunga, che viene fatta sul momento, per cui dopo aver condiviso gli antipasti, abbiamo aspettato parecchio per il nostro piatto.
Per un servizio decisamente più rapido, vi consiglio il Jeti Tandyr, locale storico ubicato in pieno centro, vicino al bazar. Qui ho mangiato per pranzo il Plov, piatto unico tipico della tradizione uzbeka, a base di riso, carne bollita (agnello o manzo), cipolle, carote e spezie. Ci sono poi diverse varianti e personalizzazioni, durante questo viaggio l’ho preso più volte – perché è un piatto sicuro oltre che completo 😉 – ed era sempre accompagnato da un ovetto sodo di quaglia (che qui sono molto diffusi). In più venivano aggiunti uvetta e ceci.
Dove dormire a Shymkent
A Shymkent ho dormito in un hotel più tradizionale, dalla colazione, sicuramente meno ricca rispetto all’Hilton, agli arredi… che potrei definire un po’ pacchiani 😉 L’hotel si chiama Ramada by Wyndham, e rimane un po’ fuori dal centro. Il prezzo è di circa 85 euro a notte per coppia, colazione compresa.
Un’ottima alternativa per soggiornare in zona più centrale è il Shymkent Grand Hotel, che tra l’altro ospita anche l’ufficio del turismo al piano terra, quindi comodissimo per tutte le informazioni sulla città. Il prezzo è di 55 euro a notte per la camera doppia, compresa la colazione.
Terza tappa: Turkistan, patrimonio Unesco
La città di Turkistan e il mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi, primo sito del Paese a essere nominato patrimonio Unesco nel 2003, sono sicuramente tra le tappe da non perdere durante il vostro viaggio in Kazakistan. L’edificio fu fatto costruire in memoria del poeta proprio sul luogo dove già si trovava la sua tomba intorno al 1400. Fu commissionato dal condottiero mongolo Tamerlano, che in quegli anni regnava su gran parte dell’Asia Centrale. Le maestranze persiane che vi lavoravano, furono le stesse impiegate poi a Samarcanda, allora capitale dell’impero timuride. Il mausoleo purtroppo non fu completato a causa della morte del sovrano nel 1405, ma non per questo è meno affascinante. L’edificio, costruito in mattoni cotti, è alto 39 metri e dominato da un’imponente cupola, tra le più grandi dell’Asia Centrale, simbolo di unità e ospitalità.
All’interno del mausoleo, intorno al corpo centrale che ospita la tomba, si trovano 35 stanze. Sicuramente è degna di nota la grande coppa creata dalla fusione di sette metalli preziosi, che pesa due tonnellate e contiene 3000 litri d’acqua, considerata sacra dai fedeli, che si fermano qui in preghiera e portano anche a casa l’acqua benedetta. Abbiamo riscontrato questa usanza anche in altri luoghi sacri: si beve l’acqua benedetta sia per buon auspicio sia per scopi curativi. Intorno al mausoleo sorgono altri edifici minori, tra cui un antico bagno turco e la moschea sotterranea di Hilvet.
Il cuore moderno della città di Turkistan
Dall’antico al moderno: il centro della città è interamente di recente costruzione e vuole richiamare l’antico splendore dell’impero timuride, con viali alberati, corsi d’acqua ed edifici molto curati. Qui si trova anche un grande centro commerciale inaugurato nel 2021, chiamato Karavansaray, giusto per rimanere sul tema Via della seta. L’area dedicata alla ristorazione sorge intorno a un laghetto artificiale, che la sera viene animato da uno spettacolo sull’acqua, con attori in barca, musica e giochi di luce.
In questa zona si trova anche una sorta di gigantesco uovo d’oro, che al suo interno nasconde un cinema 8D: preparati a vivere cinque entusiasmanti minuti in volo sopra le più belle attrazioni naturali e architettoniche del Kazakistan!
Dove mangiare a Turkistan
Al Karavansaray abbiamo ritrovato il ristorante Sandyq, oramai una certezza in questo viaggio. Un’altra catena, meno ricercata ma che offre comunque dei buoni piatti si chiama Wow Plov, da cui potete immaginare che la specialità qui è il Plov, piatto di cui vi ho già parlato. Il ristorante si trova proprio accanto all’uovo d’oro, comodamente raggiungibile a piedi dal mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi.
Dove dormire a Turkistan
Nel centro di Turkistan sorgono molte nuove costruzioni, unite da un’ampia area pedonale. Qui si trova anche l’hotel dove ho soggiornato, l’hotel Hampton by Hilton e dalla finestra della mia stanza potevo già sorgere il Mausoleo. Il prezzo a notte per due persone in questo hotel tre stelle, compresa la colazione, è di 60 euro.
In viaggio tra Shymkent e Turkistan
Per spostarci tra le due città, che distano circa 170 km, abbiamo utilizzato un pullman privato: non fidatevi del tempo di percorrenza stimato da Google Maps, che solitamente è realistico in Italia, ma qui le strade sono spesso dissestate e i tempi si allungano. Il tragitto potrebbe sembrare noioso: una volta fuori dalla città, ci si ritrova in mezzo al nulla, o meglio alla steppa. Ma in realtà è stato come un continuo safari: abbiamo avvistato sia capi di bestiame di allevamento, tantissime mucche e pecore, sia piccoli gruppi di cammelli e perfino un’aquila (simbolo del paese) ha volteggiato sopra le nostre teste.
Durante il viaggio di andata ho visitato la grotta di Akmechet: da fuori non sembra molto grande, ma scendendo al suo interno ci si rende conto dell’estensione, con la sua superficie di circa un ettaro risulta essere una delle grotte più grandi dell’Asia Centrale. Fuori il terreno è arido, ma al suo interno c’è un microclima particolare che favorisce la crescita delle piante. Si dice anche che la permanenza dentro la grotta liberi dalle energie negative: di sicuro i nostri smartphone hanno captato dell’energia, perché sono andati in tilt all’interno della grotta. Prima di uscire ricordati di guardare verso l’alto: potrai riconoscere la sagoma di un orso.
Al ritorno, invece, ho fatto tappa presso un importante sito archeologico, il sito di Otyrar: punto importante lungo la Via della Seta. Otyrar era una grande oasi nel deserto, centro di un distretto politico che univa Kazakistan, Cina, Europa, Vicino e Medio Oriente, Siberia e regione degli Urali. La città era densamente popolata: le case venivano costruite addossate una all’altra, formando dei veri e propri quartieri. C’erano persino le condotte dell’acqua. Purtroppo questa città-modello fu interamente rasa al suolo dall’invasione dell’esercito mongolo di Gengis Khan nel XII secolo. Dunque tutto ciò che oggi vediamo intatto è stato in realtà ricostruito, ma i ritrovamenti fatti risultano davvero preziosi e ancora si sta scavando perché il sito è molto ampio.
Vicino all’ingresso si trova un museo, dove è ben raccontata la storia dell’antica cittadella fortificata. Il sito archeologico occupa poi una superficie di circa 2 chilometri quadrati, la grande mappa posta all’ingresso torna decisamente utile per orientarsi.
Viaggio in Kazakistan: come organizzarsi per gli spostamenti
Essendo un viaggio organizzato, io mi sono sempre mossa con guida e pullmino privato, l’alternativa per spostarsi in città è utilizzare i taxi, che hanno un prezzo contenuto. Ho incontrato molte persone gentili, ma poche parlano inglese, avere Google Translator o simili a portata di mano sicuramente aiuta.
La circolazione in centro città è simile alla nostra, ma fuori è decisamente caotica. Spesso solo in centro le strade sono asfaltate e la segnaletica chiara, mentre fuori si incontrano tratti sterrati e segnaletica assente. Un altro motivo per cui non prenderei l’auto a noleggio, ma sceglierei un driver è che quando ci si sposta da una città all’altra si affrontano lunghi tratti deserti, quindi immagino sia complicato essere raggiunti dal soccorso stradale in caso di problemi.
Per ottimizzare gli spostamenti interni, se come nel mio caso si sceglie di toccare più città, è utile valutare i voli aerei, operati dalla compagnia locale AirAstana con cui mi sono trovata bene. In alternativa, anche la rete ferroviaria è efficiente.
Viaggio in Kazakistan: quando andare
Il clima del Kazakistan è continentale, presenta inverni particolarmente rigidi, con temperature che scendono spesso sotto zero e tanta neve. Le estati invece non sono eccessivamente calde, con massime intorno ai 30 gradi. Il periodo consigliato per un viaggio in Kazakistan va quindi dalla primavera inoltrata all’autunno. La primavera è sicuramente un periodo interessante per le fioriture, come quella di tulipani spontanei che colora i campi nei dintorni di Shymkent.
Non ci sono periodi migliori per quanto riguarda le piogge, che sono presenti tutto l’anno. Durante il mio viaggio nella seconda metà di ottobre abbiamo trovato un paio giorni di pioggia, sia durante il soggiorno a Shymkent sia durante l’escursione ai parchi naturali. Questo ci ha portato a modificare leggermente le attività programmate, scegliendo delle attività al chiuso a Shymkent e un’escursione motorizzata all’interno dei parchi naturali, che probabilmente avremmo scelto comunque rispetto a un trekking per ottimizzare il poco tempo a disposizione.
La temperatura è stata decisamente variabile: circa 20 gradi nelle giornate di sole, mentre si scendeva intorno ai 15 gradi, con vento a volte fastidioso, nelle giornate di pioggia. Per fortuna avevo scelto un abbigliamento tecnico, ovviamente a strati, per cui non ho mai avuto problemi.
Ormai dovresti avere tutte le informazioni utili per partire, se non fosse così, scrivimi pure le tue domande nei commenti! Ricorda di viaggiare con il passaporto con una validità residua di almeno 6 mesi e l’assicurazione di viaggio. Io utilizzo sempre Columbus Assicurazioni, che ha deciso di riservare anche a te un prezzo speciale, sia sulle polizze viaggio singole sia su quelle annuali: calcola il tuo preventivo sul sito e inserisci il codice promo TBG002 -> www.columbusassicurazioni.it